OTTOBRE 1976. RRS-Radio Roma Sperimentale 97,1 MHz nasce nell’ottobre del 1976 ed è, quindi, una delle prime “radio libere” italiane (allora si chiamavano così) ed è la seconda emittente nata nella Capitale. L’aggettivo stesso “sperimentale”, parte integrante della denominazione, caratterizzava l’innovatività e il carattere pioneristico (e anche un po' "piratesco") dell’iniziativa ideata da Luigi Proietti e portata a compimento grazie alla collaborazione preziosa di Maurizio Monciotti e di un gruppo di giovanissimmi studenti dell’Istituto tecnico per le Telecomunicazioni e l’Energia Nucleare “Enrico Fermi” di Roma ai quali si sono poi unite altre amiche ed altri amici, nonché altri amici delle amiche e amiche degli amici, fidanzate e fidanzati in composizioni variabili come in una commedia di Feydeau, curiosi, passanti, etc. Insomma, l'età era quella che era e i tempi anche. Del resto, c'era molto da fare e c'era spazio per chiunque sapesse fare qualcosa di utile. Comunque poi interviene la selezione naturale che fa sì che rimangano solo i più competenti. E il gioco cambia e si fa serio e duraturo. Ma, come tutte le cose della Vita, neanche quell'esperienza, meravigliosa e formativa, aveva il crisma dell'eternità.
GENNAIO 2021. A distanza di 45 anni dalla sua nascita, Radio Roma Sperimentale 97,1 MHz torna a far sentire la propria voce e la propria musica, con l’iconica denominazione contratta in RRS971*. Questa volta non ci sono più trasmettitori e amplificatori valvolari, antenne in cima a palazzi da orientare verso ripetitori che irradiavano un segnale che, seppure potente, raggiungeva pur sempre un ambito locale; non ci sono più mixer analogici, piatti Lenco e Thorens sui quali giravano LP e 45 giri fruscianti dalle variopinte copertine artistiche, magnetofoni, stereo8 e musicassette con nastri aggrovigliati da riparare al volo con la Bic e lo Scotch mentre si parla al microfono. Questa volta si trasmette sul web attraverso la rete Internet e la platea è tutto il mondo. Gli ingombranti scaffali pieni di vinili sono stati sostituiti da unità di memoria sempre più performanti o, come nel nostro caso, risiedono sul cloud, e la parte audio viene elaborata e diffusa con regie e infrastrutture tecnologiche digitali. A dire il vero, è tutto un po’ più asettico, più freddo rispetto a quando iniziammo. Manca un po' l'odore dello stagno delle saldature fatte al volo, quello gommoso del rivestimento dei cavi delle antenne, l'odore dei liquidi per pulire i vinili o quello del cartone delle copertine degli LP e la fibrillazione alla vista del sinistro rossore incandescente di una valvola che si irradia dalle griglie di raffreddamento del trasmettitore. A proposito, iniziammo con il vecchio trasmettitore di un bombardiere della II Guerra Mondiale acquistato in un deposito di surplus militare e magicamente revisionato e accordato sulla nostra frequenza di 97.1 MHz dal mitico Guglielmo Monciotti: insomma, più "sperimentale" di così la nostra radio non poteva essere. In breve tempo, la radio decollò, gli ascolti salirono alle stelle e, grazie alle consistenti entrate della pubblicità, rinnovammo e potenziammo gli impianti coprendo con il segnale buona parte della regione. Era tanto. Ma ora la platea è il Mondo. I nostri Collaboratori parlano in diretta dai quattro angoli del pianeta: rispetto a 45 anni fa, tante cose sono cambiate – o non esistono più da decenni – quindi, lungi dall’essere un’operazione nostalgia, questa nuova e appassionante sfida è piuttosto un "fil rouge" che continua a svolgersi in avanti lungo i decenni, attraversando simbolicamente due secoli e due millenni ma segnando, oggi come allora, la medesima voglia di dire la nostra, di
essere diversi, di fare quello che
ci piace, nella maniera migliore e con il gusto sperimentare, di
metterci alla prova, di migliorare giorno dopo giorno. Nonostante le difficoltà indotte dalla pandemia in corso.
Da ultimo, non vogliamo ammorbarvi anche noi con la pubblicità - e infatti non ne facciamo - e pertanto non profiliamo le vostre abitudini sul web sia perchè non ci interessa, sia perchè teniamo alla privacy degli altri così come teniamo alla nostra. A nostra volta, non vogliamo essere ammorbati dalla pseudo interazione dei vari social network, quella che Parascandolo preconizzò con la consueta lucidità e acutezza nel fondamentale "Il paradosso multimediale e l'inganno interattivo". Se volete dirci qualcosa scriveteci: se avete qualcosa di sensato da comunicarci, il tempo di scrivere lo troverete senz'altro. Se ci seguirete per un minuto o per sempre, sarete comunque benvenuti!