Ottobre 1976: siamo stati tra i pionieri della radiofonia privata creando una delle prime "radio libere" italiane (allora si chiamavano così)
Settembre 1998: siamo stati i pionieri delle web tv, creando la prima web tv italiana, con contenuti interamente autoprodotti e di tipo educational
Gennaio 2021:
a 45 anni di distanza dalle prime esperienze
radiofoniche, siamo tornati a fare radio, questa volta sul web, con la stessa
passione di allora per regalarti un'esperienza di ascolto online di alta
qualità e unica nel suo genere. Non perderti questo nuovo capitolo della nostra
storia, seguici e buon ascolto!
ULTIMO TANGO A SARAJEVO
Il novantaquattro, 8 marzo.
La Sarajevo degli amanti non si arrende.
Sul tavolo l’invito per il matinée di danza allo Sloga.
Naturalmente ci andiamo!
I miei pantaloni sono un po’ logori,
e la sua gonna non è proprio da Via Veneto.
Ma noi non siamo a Roma,
noi siamo in guerra.
Arriva anche Jovan Divjak. Dagli stivali si vede
che viene direttamente dalla prima linea.
Quando ti chiede un ballo sembri un po’ confusa.
Per la prima volta ballerai con un generale.
Il generale non immagina l’onore che ti ha fatto,
ma, a dire il vero, anche tu al generale.
Ha ballato con la donna più celebrata di Sarajevo.
Ma questo tango – questo è solo nostro!
Per la stanchezza ci gira un po’ la testa.
Mia cara è passata anche la nostra magnifica vita.
Piangi, piangi pure, non siamo in Via Veneto,
e forse questo è il nostro ultimo ballo.
frammento da:
“Ultimo tango a
Sarajevo” di Izet Sarajlić, 1994, traduzione di Sinan Gudžević e Raffaella
Marzano
Struggenti versi di Izet “Kiko” Sarajlić, storico, filosofo e poeta bosniaco, di famiglia musulmana, sposato con una cattolica, con un genero di religione ortodossa. Fondatore del movimento poetico “Gruppo 54” e, negli anni ’60, delle "Giornate poetiche di Sarajevo", città laica e multietnica che non abbandonò neanche durante la sanguinosa guerra conseguente la dissoluzione della Jugoslavia. Tra le diverse proposte che avremmo potuto sottoporvi oggi, questa ci è balzata subito alla mente per l’attuale drammatica dolcezza dell’insopprimibile voglia di vivere “nonostante tutto”. Nonostante l’aberrante mostruosità di ciò che sta accadendo in questi mesi. Sia in terra che in mare. Si è disposti a morire per vivere. Si è disposti a morire perché altri vivano. Non dimentichiamolo.
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