segue Maurizio

un notevole apporto dal punto di vista tecnico. Anche Maurizio, infatti, proviene dall’Istituto tecnico per le Telecomunicazioni e l’Energia Nucleare “Enrico Fermi” di Roma e fu il trait-d’union con quel gruppo di giovanissimi tecnici rockettari – tra i quali l’indimenticato e indimenticabile “Ioio”, Valerio, Luciano, Mauro, Attilio e Fabio - che riuscì a far uscire dall’antenna le prime note della Quinta Sinfonia di Beethoven nella versione riarrangiata da Walter Murphy, che da quel momento in poi sarebbe diventata la sigla di RRS-Radio Roma Sperimentale 97.1. Senza dimenticare che alla realizzazione del progetto contribuì in modo sostanziale anche MOO (Messico-Ontario-Ontario), come si chiamava in sigla radio amatoriale l’indimenticato Guglielmo, padre di Maurizio, che spese ore e ore per preparare il primo trasmettitore. Ci sarebbero, anzi ci sono, tante cose da raccontare di quel lontanissimo 1976 in cui nacquero le prime “radio libere”, di quella che fu veramente un’epopea, ma qui non anticipiamo nulla perché nel corso del tempo avrete modo di ascoltarle dalla sua voce e da quelle di Stefano e Luigi. Qui, al momento, diremo solo che ora Maurizio è un distinto signore di una certa età, che veste in modo sportivo ma quasi sempre in giacca e cravatta, pacifista, ambientalista e con spiccate simpatie per Francesco (si, proprio Lui), conoscitore del periodo storico che va dall’antica Roma al Rinascimento, tifosissimo della Roma, attualmente presidente del Roma Club Policlinico Gemelli e appassionato di ogni genere musicale. Ma non possiamo tralasciare di dire che in quel lontano 1976 conduceva un programma chiamato “Spaghetti sound”, dedicato pressoché esclusivamente alla disco music, che conduceva con una voce caricata a palla tipica dei dj più in voga di allora. Per tornare ai giorni nostri utilizziamo una dissolvenza incrociata tra passato e presente che ha come elemento di continuità Cristina, presente nella vita di Maurizio ora come allora. Tornando ai giorni nostri, Radio corridoio dice che quando Luigi ha raccontato a Maurizio che voleva ripartire con la radio, ma questa volta sul web, lo abbia trovato subito disponibile, anche se pare che poi sia rimasto un po' spaesato quando si è trovato di fronte alla regia digitale, ai software di schedulazione e di encoding e ai DB dei brani. Una sorta di riscrittura della scena "Rimettiamo insieme la banda"  che si svolge tra Jack ed Elwood ne "I Blues Brothers". Riadattando poi Bob Dylan potremmo anche dire “The times are changing” . Non sappiamo ancora se abbia superato lo shock, lo scopriremo solo ascoltando.

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